Nell’ambito di questo progetto, il Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura (CREA-ZA) di Lodi è responsabile delle attività in Italia. L’obiettivo è quello di sviluppare un sistema di finanziamento in grado di sostenere l’azione di 61 allevamenti bovini, di cui 36 da carne situati in Piemonte e in Veneto, e 25 da latte distribuiti in varie regioni d’Italia.

Questi allevamenti dovranno ridurre l’impronta di carbonio di almeno il 15% nell’arco di sei anni.  Per farlo dovranno adottare pratiche in grado di ridurre le emissioni di gas serra o aumentano il sequestro del carbonio. Le riduzioni dell’impronta saranno certificate da un ente certificatore, secondo una metodologia comune concordata dalle organizzazioni partner.

La figura mostra la struttura del progetto e lo schema di contrattazione.

Procedura di contrattazione tra aggregatore e gli altri stakeholders

In Italia saranno realizzati due Carbon Farming project: il primo interesserà la carne e il secondo il latte. 

Le figure che entreranno in gioco nel meccanismo di contrattazione dei crediti di carbonio sono:

  • le aziende agricole, che mettono a disposizione l’allevamento e dovranno ridurre l’impronta di carbonio mantenendo tale impegno per cinque anni; 
  • gli sviluppatori di progetto, rappresentati dai partner italiani Unicarve, Asprocarne ed A.I.A., con funzione di consulenza e supervisione tecnica; queste associazioni dovranno individuare le aziende agricole, proporre le strategie di mitigazione idonee e raccogliere i dati ambientali, economici e sociali. Questi dati serviranno per valutare l’impronta di carbonio all’inizio e alla fine quinquennio e per verificare gli effetti su altri aspetti della sostenibilità. La stima dell’impronta di carbonio e la valutazione della potenziale riduzione della emissione dei gas serra sarà svolta dal CREA utilizzando il modello di calcolo “Cap’2er”; 
  • gli acquirenti, imprese di altri settori economici che, per motivi intriseci, non possono, almeno a breve, ridurre la propria impronta di carbonio;
  • l’aggregatore, figura chiave che guiderà su scala nazionale i due progetti di Carbon Farming italiani e si occuperà della cessione agli acquirenti dei crediti di carbonio, generati dalla riduzione delle emissioni gas ad effetto serra o dall’aumento del sequestro di carbonio. Gli aggregatori faranno quindi da collegamento tra gli acquirenti, gli sviluppatori di progetto e l’ente certificatore della riduzione dell’impronta di carbonio nelle aziende agricole.

Il progetto rappresenta un’importante opportunità per gli allevatori, che vogliono intraprendere la strada della neutralità di carbonio, anche in considerazione della nuova Pac. A livello europeo si creerà, molto probabilmente, un mercato dei crediti di carbonio, che richiederà specifiche strategie di mitigazione, di valutazione dell’impronta e di gestione dei crediti dei crediti di carbonio.